Un 2025 di conferenze
Siamo ormai alla fine del 2025 e quest’anno ho deciso di dedicare una parte significativa del mio tempo alla partecipazione a diverse conferenze strettamente legate al mio ambito di interesse. Al centro di questo ecosistema c’è la containerizzazione, attorno alla quale ruotano tutte le tecnologie promosse dalla Cloud Native Computing Foundation.
Riflettendo sul motivo di questo rinnovato entusiasmo, credo che molto sia dovuto anche a un salto di qualità nel contributo personale che ho scelto di offrire alla community. Dopo quasi trent’anni passati ad utilizzare software open source — un percorso segnato solo da qualche contributo occasionale in passato — nel 2025 mi sono messo in gioco per la prima volta come speaker, tenendo il mio primo talk al KubeCon + CloudNativeCon Europe:
ed ho avviato due progetti – diventati Open Source – per risolvere due problematiche che mi sono trovato ad affrontare:
- Usa soluzione per poter – con la versione Open Source di Cilium – estendere le funzionalità di Egress Gateway aggiungendo l’alta disponibilità: https://github.com/angeloxx/cilium-haegress-operator
- Un provider per Cert-Manager in grado di supportare la soluzione di Certificate Management di essendi it, chiamata essendi xc: https://github.com/angeloxx/cert-manager-essendi-xc-issuer
A questo si aggiunge l’apertura del canale Youtube Mr.PodInit:
dove parlo di questi argomenti in Italiano.
Leggi tutto: Un 2025 di conferenzeDa questo momento ho deciso di allargare i miei interessi e investire quest’anno per determinare quali possono essere le occasioni di condivisione che possono essermi utili negli anni a seguire. In ordine cronologico quest’anno ho partecipato a:
- Fosedem (Febbraio, Bruxelles)
- Cloud Native Rejects (Marzo, Londra)
- Kubecon and CLoudNativeCon Europe (Marzo, Londra)
- Cloud Native Day Italia (Maggio, Bologna)
- Cloud Native Day Switzerland (Settembre, Berna)
- No Hat (Ottobre, Bergamo)
- PromCon Europe (Ottobre, Monaco di Baviera)
Non sono tante, ma non sono nemmeno poche pensando che bisogna finanziare ed organizzare trasporti, lavoro ed impatto di tutte le informazioni che vengono condivise durante questi eventi. Arrivato a questo punto dell’anno, posso tirare le somme e fare alcune considerazioni.
No Hat (Ottobre, Bergamo)
Parto da questo perché è sicuramente l’intruso nell’elenco di quest’anno. E’ una conferenza a cui partecipo saltuariamente perché prima di tutto sono un “Seasoned System Engineer“, quindi riconosco che la sicurezza informatica è alla base del mio lavoro e che siamo circondati da vecchi problemi che si ripropongono e nuove minacce che si adeguano ai tempi che corrono; per intenderci ho sempre preferito questa conferenza a HackInBo, anche se sono pronto a riconsiderare la scelta.
Questa del 2025 sarà probabilmente l’ultima edizione a cui parteciperò perché a problemi endemici e consolidati come la location inadeguata, si è aggiunta la scarsa varietà delle tematiche.
Dal punto di vista logistico il Centro Congressi di Bergamo, seppur centrale e con un parcheggio a pochi metri, è angusto. La sala centrale dove si tengono i Keynote è sicuramente adeguata, ma appena usciti raggiungere l’area degli sponsor, gli altri piani, la zona dove recuperare un caffè, è una sfida costellata da strettoie e percorsi tortuosi, senza ampi spazi di condivisione e di movimento.
Per quanto riguarda le tematiche, quest’anno uno dei problemi è stato il fatto che – a meno che non mi sia perso qualcosa – si è parlato meno di web o supply chain e si è fatta più divulgazione, a volte senza concludere nulla. Sono parole forti, ma avrei apprezzato più varietà, riprendendo anche una pratica propria di molte altre conferenze e cioè i lightning talk, programmati o improvvisati: 5-10 minuti di presentazione in cui si condivide un concetto, una esperienza, una tecnica da esplorare in separata sede.

E’ probabile che la Conferenza No Hat sia la vittima e non la diretta responsabile: la scelta della location è sempre un bilancio tra costi, raggiungibilità ed interessi del comitato organizzatore. Per quanto riguarda l’offerta tematica, è possibile che quelle a cui abbiamo assistito siano state le sessioni più interessati e meritevoli tra tutto ciò che è stato sottomesso, o forse il processo di selezione non ha abbastanza partecipazione da poter valutare con i giusti tempi le proposte.
Cloud Native Day Italia (Maggio, Bologna)
Questo evento non è il secondo nell’elenco perché qualitativamente arriva dopo il No Hat. Non ci sono problemi di location, organizzazione impeccabile e si può trarre buona ispirazione da parte di tutte le presentazioni. Per me ha un gusto particolare e quindi la considero fuori classifica, perché è anche un modo per “contarsi”; molti dei partecipanti o relatori si incontrano al Kubecon and CloudNativeConf Europe, dove la comunità italiana non è delle più rappresentate, e quindi l’occasione di Bologna è proprio un momento per guardarsi in faccia, conoscersi meglio, scambiarsi esperienze che siano più tipiche della PMI italiana e non delle grandi industrie internazionali.

Ci tornerò? Sicuramente, anche solo per sostenere l’evento.
Cloud Native Day Switzerland (Settembre, Berna)
La struttura del Cloud Native Day in Italia e Svizzera si somiglia molto: si tratta sempre di una singola giornata, articolata su due track parallele che spesso coprono argomenti affini o complementari. Cambia però nettamente il mercato di riferimento: i talk proposti in Svizzera sono spesso tenuti da professionisti provenienti da Swisscom, dal CERN di Ginevra, dal settore fintech oppure da provider di rilievo come VSHN, Exoscale, SAP e Datadog — realtà di una certa dimensioe.
Di tutte le conferenze di questa fascia, devo ammettere che è stata quella con i talk più aggiornati e attuali. Ho potuto ascoltare esperienze maturate su progetti recentissimi, o perfino scoprire esperimenti ancora in corso: una qualità che personalmente apprezzo moltissimo, perché stimola la curiosità e invoglia ad approfondire ulteriormente. In particolare, i case study sul CERN e su alcune fintech hanno illustrato modalità di condivisione di GPU in diversi contesti, offrendo spunti molto concreti. Senza dimenticare la varietà dei temi: CI/CD, Infrastructure as Code, Kubernetes puro e duro.
Ci tornerò? Forse, visti i costi dell’alloggio a Berna. Ma se dovessi averne la possibilità, ripeterò.
FOSDEM (Febbraio, Bruxelles)
Il mio rapporto con FOSDEM è, senza dubbio, complesso. Nonostante questo, so già che anche il prossimo anno ci sarò — per la terza volta consecutiva — e ho deciso di aggiungere al mio itinerario anche la CfgMgmtCamp di Gent. FOSDEM è complicato, qualunque prospettiva si scelga: la vastità delle sessioni, l’imprevedibilità della logistica e il ritmo intenso lo rendono sia affascinante che, talvolta, impegnativo. Ma proprio questa complessità, a suo modo, è parte del suo fascino.
La logistica è presto detta: si tiene nel weekend a cavallo tra Gennaio e Febbraio, in Belgio, quindi fa freddo. Può piovere, può non piovere, ma fa sicuramente freddo.
Si dipana attraverso 3 building della Libera Università di Bruxelles, quindi spazio ce ne è, piani di scale anche, sale quante ne vuoi… a tal punto da poter sviluppare una trentina di track tematiche contemporanee. Il che è un bene per certi versi, perché ti puoi sedere nella sala UD2.120 (https://archive.fosdem.org/2025/schedule/track/monitoring/) ed ascoltare tutto quello che puoi sul monitoring, oppure renderti la vita impossibile cercando di seguire due track durante una mattinata e prenderti un accidenti.

La qualità dei talk è buona, anche se spesso si eccede con i talk introduttivi sullo stesso tema, oltre ad essere una delle tre occasioni dove puoi ascoltare Bryan Boreham (https://archive.fosdem.org/2025/schedule/speaker/bryan_boreham/) con un talk sempre differente (oltre a Kubecon e PromCon). Il problema della schedulazione molto fitta (5 minuti di tempo tra un talk e l’altro) rende difficile porre rimedio ad un talk che non funziona, visto che per andare in un’altra sala probabilmente bisognerà cambiare stabile, tornando alla questione accidenti di cui sopra.
Nel 2026 mi darò come obiettivo quello di capire se la combo FOSDEM (affollatissima e complessa) e CfgMgmtCamp (meno affollata, mi dicono) ha valore per me, se può essere interessante presentare un talk nel 2027 per dare un senso alla ennesima partecipazione, oppure abbandonare l’impresa a favore di eventi più classici. Il grande pregio di FOSDEM però è l’autenticità: meno “brand” (mi è capitato addirittura di incontrare dipendenti Redhat che sono venuti a presentare contenuti a titolo strettamente personale, cosa che in altre conferenze non capita), meno necessità di vendere qualcosa, più passione in generale.
Kubecon and CloudNativeCon Europe (Marzo, Londra)
Questa conferenza ha un posto speciale nel mio cuore perché fin dall’inizio ho partecipato a tutti i costi a questo evento fin dal 2018, a Copenhagen. E’ cambiata tanto in questi anni, fino a diventare talmente mainstream da essere quasi ingestibile:

siamo passati dai 4300 partecipanti del 2018 ai 12500 del 2025. Potremmo dire che siamo passati dall’intimità di Copenhagen dove il secondo giorno potevi riuscire a riconoscere un viso già visto il giorno prima, ad una folla immensa che quando occupa l’area degli sponsor, rende praticamente impossibile avere un dialogo senza uno spintone.
Dal 2022 ogni anno dico che questo sarà l’ultimo ed ogni anno continuo ad andare, spinto da una FOMO molto puntuale per questo evento; il motivo per cui man mano ho maturato l’intenzione di non seguirla più, o alternandola con altri eventi, non viene dalla mancanza di contenuti o dalla cattiva organizzazione… anzi il Kubecon è realmente ben organizzato, c’è quasi sempre un buon talk da seguire, utilizzano Sched per gestire l’agenda, la location è adeguata ed hanno un processo oramai rodato di selezione dei talk e training dei relatori (lo posso personalmente certificare). Viene bensì dalla fatica.
Solitamente ai tre giorni classici del Kubecon se ne aggiunge uno per gli eventi collaterali e un’altro (il CloudNative Rejects, sponsorizzato dalla CNCF, con i talk che non sono stati selezionati per il Kubecon)… a cui si aggiungono ancora eventi serali organizzati dal Kubecon o dagli sponsor.
Insomma un tour-de-force di 5 giorni da cui si esce completamente esausti: sia fisicamente per il corso di fitness non richiesto, sia per il quantitativo di informazioni acquisite, che dovranno essere sbobinate, comprese, applicate.
E poi veniamo al tema della presenza di brand nei talk: siamo in un periodo storico dove l’80% dei software che possiamo usare in ambito cloud sono “progetti Open Source”, messo tra virgolette. Sono tutti progetti Open Source parte di una offerta commerciale più ampia, magari in cloud. Su questo io non vedo nulla di male.
Ma poi come detto arrivano i talk. Possono ad esempio parlare di una funzionalità interessante del progetto X (prendiamo NATS, che so essere controverso già di suo) lo tiene una persona che fa parte del team di sviluppo del progetto, nonché dipendente della azienda X che lavora alla sua versione commerciale. Il prodotto commerciale, prima o poi, nel talk spunterà fuori e quindi non so più se sono io che pago loro per una conferenza in cui si scambiano esperienze sul landscape CNCF oppure sono loro che pagheranno me per una sessione di vendita. Lo so, sono stato un po’ affilato nel mio giudizio, ma è l’amaro in bocca che a volte lasciano alcuni talk.
Specifico che si tratta di “alcuni” talk; rimane una occasione di condivisione dove brillanti signor nessuno ti espongono con entusiasmo il problema che si sono trovati a dover risolvere quale percorso hanno seguito per individuare una soluzione.
PromCon Europe (Ottobre, Monaco di Baviera)
Il nuovo amore si chiama PromCom Europe, a cui ho assistito pochi giorni fa.

Parlo di nuovo amore perchè – seppur molto settoriale e incentrata su Osservabilità (non me ne voglia Richard “RichiH” Hartmann)

aveva caratteristiche vincenti:
- una sola track, nessuna scelta da fare; una sala, tutti assieme, con un po’ di tempo per scambiarsi opinioni ed esperienze
- due giorni, per dare spazio allo stesso numero di talk di un No Hat o di un Cloud Native Day, avendo una sola track
- una chiusura – ogni giorno – fatta di 10-15 lightning talk, un po’ preparati ed un po’ nati dalle chiacchiere negli spazi comuni (complimenti!)
il tutto respirando un’aria da user community che mette al centro l’esperienza, la ricerca di soluzioni e nuove opportunità e meno il prodotto, il servizio, la semplice vendita di consulenza.
Non si è parlato di solo Prometheus ma di tutto ciò che ruota attorno a log, traces, metrics e profiles quindi chi non è di questa parrocchia ma usa Tempo, la suite Cisco, DataDog o Dynatrace può trovare ancora pane per i suoi denti perché OpenTelemetry è ancora un modo difficile da gestire e – nonostante tanta offerta – la catalogazione e aggregazione degli alert è una pratica con ampi margini di miglioramento.
Conclusioni
E’ ancora fresco il ricordo del PromCon 2025 e quindi il mio parere è forse un po’ di parte; se dovessi dare un consiglio su cosa vedere oggi:
- Kubecon and CloudNativeCon Europe (con uno sguardo, almeno una volta nella vita, a quello USA): non c’è motivo per non andarci, se non il costo e la fatica. E’ una giostra di emozioni, se ci si riesce a far trainare da qualcuno più navigato (magari della propria azienda o della community del proprio paese), meglio.
- FOSDEM, con riserva: le track relative alle tecnologie Cloud-Native sono ridotte, solitamente due mezze giornate, il che permette di seguire i temi con una certa tranquillità e nel caso dedicare il resto della due-giorni a esplorare altri temi (ad esempio Confidential Computing, Go o Python).
- PromCom Europe: il tema non è affatto di nicchia, perché prima o poi una infrastruttura va monitorata, misurata, tracciata. Se si vuole approfondire questo tema, questa conferenza merita parecchio anche per l’opportunità di parlare praticamente con tutti.
Il resto come detto o lo si segue per sostenere la community oppure si decide di sostituire una conferenza con un’altra, sullo stesso tema. Da ricordare che molte di queste conferenze sono registrate (Kubecon) o addirittura anche disponibili live in streaming (FOSDEM, PromCon e HackInBo) del tutto gratuitamente quindi anche questo è un aspetto da valutare per presenziare magari solo gli eventi rimanenti o che realmente interessano.
Noi ci vediamo alla prossima QualcosaCon.